Accordo prematrimoniale in Italia: cosa prevede la legge

È possibile stipulare un accordo prematrimoniale in Italia? La nostra legge offre concretamente la possibilità di stipularne uno che abbia valenza giuridica? In questa guida rispondiamo a tutte le domande inerenti questa tipologia di accordo, molto diffuso in diversi Paesi d’Europa – e non solo – ma per nulla nel nostro.

Accordo prematrimoniale: che cos’è

Prima di interrogarci su come sia possibile regolarizzare questo tipo di patto in Italia, è bene chiarire il concetto: che cos’è un accordo prematrimoniale

Nel concreto, il patto prematrimoniale è un accordo che viene stipulato fra due persone che stanno per sposarsi e che consente di regolamentare le conseguenze patrimoniali e non di un eventuale separazione.

Solitamente, la stipula dell’accordo viene preceduta da una negoziazione fra le due parti in causa, usualmente assistite dai rispettivi avvocati, e l’atto pubblico che ne scaturisce viene ufficializzato da un notaio.

Perché un accordo prematrimoniale

La stipula di un contratto che regolamenta i termini dell’eventuale divorzio risulta certamente poco romantica. Va considerato che tale accordo viene redatto in un momento di serenità della coppia, che si accinge a convolare a nozze. Risulta dunque difficile, in quella fase, immaginare una fine negativa del rapporto: proprio per tale ragione, l’accordo prematrimoniale permette di prevenire possibili conflitti futuri, che emergono facilmente quando la coppia ha smesso di vivere il rapporto in modo armonioso ed è costretta a rivolgersi a un avvocato divorzista per venire a capo alle beghe legali.

L’accordo prematrimoniale fa riferimento non solo all’aspetto patrimoniale (immobili, beni in comproprietà, ecc.) e finanziario (assegni di mantenimento, risorse economiche in comune), ma anche tutti gli altri aspetti legati alla separazione, come ad esempio la custodia dei figli o i doveri di marito e moglie relativi alla gestione della genitorialità e altri tipi di oneri.

L’accordo prematrimoniale, in pratica, permette di regolamentare i termini dell’eventuale divorzio in maniera concorde, in un momento di distensione dei rapporti e, dunque, quando non sono presenti conflitti che, sovente, rendono complicato pervenire a un accordo fra le parti.

L’accordo prematrimoniale in Italia

Andiamo ora al cuore della questione: è possibile stipulare un accordo prematrimoniale in Italia?

La legge nostrana non prevede alcuna forma di contratto prematrimoniale e anche la riforma civile del 2022 ha negato la possibilità di stipulare questo tipo di accordo. Nonostante ciò, esistono diversi D.D.L., che sono stati presentati nel corso degli anni da Camera dei Deputati e Senato. In particolare, il più rilevante in materia è il d.d.l. S-1151 del 19 marzo 2019. L’articolo 1, al punto b), consente:

la stipulazione tra i nubendi, tra i coniugi, tra le parti di una programmata o costituita unione civile, di accordi intesi a regolare tra loro, nel rispetto delle norme imperative, dei diritti fondamentali della persona umana, dell’ordine pubblico e del buon costume, i rapporti personali e quelli patrimoniali, anche in previsione dell’eventuale crisi del rapporto, nonché a stabilire i criteri per l’indirizzo della vita familiare e l’educazione dei figli”.

L’accordo prematrimoniale nel concreto

Tuttavia, ad oggi in Italia sono da considerare nulli tutti i tipi di accordi che limitano o modificano le regolamentazioni in materia di matrimonio stabilite dalla legge italiana: nel nostro Paese non si può definire alcuna forma di intesa che interessi l’aspetto sessuale, che attribuiscono gli oneri di spesa a un solo coniuge o che dispongono sulla gestione dei figli.

Accordo prematrimoniale in Italia: una soluzione parziale

Esiste altresì un’altra modalità per pervenire a un accordo fra i coniugi e riconosciuta dalla legge, purché essa non vada a toccare i temi della coabitazione, della genitorialità e l’ambito sessuale. Suddetto patto deve essere sottoscritto solo successivamente al matrimonio e consente di modificare le condizioni patrimoniali – passando ad esempio dalla comunione alla separazione dei beni o viceversa. I coniugi possono inoltre stipulare fra loro accordi di compravendita, donazioni, depositare testamenti e costituire società e fondi patrimoniali familiari.

Diverso è il caso di conviventi non sposati: in caso di contratto di convivenza, è possibile infatti regolamentare le condizioni della cessazione della convivenza, purché esse siano conformi alle prescrizioni del nostro ordinamento.

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